Antonio Torchiaro è un ragazzo nato a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. Così attaccato alla sua terra e alla sua famiglia che la sua pizza del cuore” è ispirata a sua madre e ha, tra gli ingredienti, un prodotto tipico locale. Lha chiamata, infatti, “Rosanna” come sua madre e ha scelto la nduja, tipica della sua terra, tra gli ingredienti che più la caratterizzano.

Una dichiarazione damore, praticamente.

La sua “Rosanna” è bianca, con patate peperoni nduja, appunto, e pancetta croccante. Un pocome il carattere di questo ragazzo. Dolce e morbida, ma anche croccante e piccanteun bel mix di sapori.

Antonio, classe 1993, comincia a servire ai tavoli ad appena 18 anni, ma passa in pizzeria anche il tempo libero, tutto quello che può. Vuole imparare a farle le pizze, Antonio, e il suo pallino è riuscire a preparare un prodotto non solo gustoso ma altamente digeribile, che possa lasciare i clienti soddisfatti e che rispecchi non solo il suo amore per la pizza ma anche i prodotti della sua terra e li sappia valorizzare.

Così si mette alle costole del pizzaiolo. Lo guarda, gli tiene gli attrezzi di lavoro puliti, gli fa mille domande. Non si stanca mai, Antonio. Fino a che il pizzaiolo comincia a sbottonarsi, lo prende per mano, lo porta dove impasta, gli mostra il suo metodo, i suoi segreti. Antonio osserva, ripete. Sbaglia e riprova. Allinizio si commettono degli errori ed è allora che deve venire fuori la testardaggine e la determinazione. Perché ti viene voglia di mollare tutto, la paura di sbagliare diventa paralizzante. Ma i veri maestri sanno dare i consigli giusti e infondere fiducia. Quindi Antonio continua. Passa al forno. Comincia ad imparare anche quella fase, determinante, per la riuscita di una buona pizza. Passa qualche tempo e finalmente può dirsi pronto: sostituirà il pizzaiolo nei suoi giorni liberi. Una grande responsabilità.

Così Antonio rapidamente cresce, impara ogni giorno un segreto in più, sviluppa il suo metodo. Oggi realizza una pizza fragrante e profumata dalle altissime proprietà di digeribilità. Perché il cliente deve stare bene mentre mangia, ma anche dopo, mentre digerisce la sua pizza.

Sogna di aprire una pizzeria tutta sua e nel frattempo, senza grosse speranze, partecipa al suo primo concorso. La finale lo porta al quarto posto per la pizza classica. Mica male per un ragazzo alla sua prima esperienza di competizione.

Ai giovani come lui, Antonio infonde coraggio: bisogna sognare, individuare i propri obiettivi e puntare ad essi con determinazione. Ma è indispensabile amare questo lavoro che ti tiene lontano dalla famiglia e dagli amici, specie se si è giovani, questi aspetti possono essere demoralizzanti” – dice. Ma Antonio il suo lavoro lo ama, eccome, tanto che spesso nei colloqui di lavoro è questo laspetto che mette più spesso e con più forza sul tavolo. Perché conta quello che sai fare, ma anche la passione che ci metti nel farlo. E Antonio ne è la dimostrazione vivente.