La passione di Ciro Cascella per la pizza è nata nella stessa città dove la pizza è nata: Napoli.

Anche qui si tratta di una passione tramandata in famiglia, che contagia Ciro appena diciassettenne. Suo fratello, infatti, è pizzaiolo e in casa si respira profumo di pizza.

Ciro capisce da subito che per imparare questarte bisogna osservare i vecchi maestri della pizza: quindi si affianca a loro, li osserva e li studia. Con costanza e pazienza.

Ciro ha avuto un maestro, un grande pizzaiolo un grande professionista ma soprattutto un grande amico: Pasquale de Matteo.

A lui deve tanta parte della sua arte, ai suoi consigli, alle sue ramanzine. Ma tanti sono i pizzaioli che stima e apprezza, a partire da Carlo Sammarco , Davide Civitiello , Vincenzo Capuano , Diego Vitagliano , Gino Sorbillo, don Antonio Starita, Gennaro Russo , Antonio Cascella , Angelo Pezzella. Ciro ha sempre cercato di prendere il meglio da ogni persona che stimava, da tutti quelli che ha potuto osservare da vicino e infine, mettendo tutto insieme, condendo con la sua personalità e la sua creatività, ne è venuta fuori la sua pizza: grandezza 30 cm , con il cornicione alto ed alveolato, limpasto è realizzato con un blend di farine di media forza con un idratazione superiore al 70%, la lievitazione parte con 2 ore di punta e altre 6 di lievitazione T.A e altre 16 T.C .

Oggi Ciro ha 27 anni e vede il suo futuro costellato di pizze, milioni e milioni di pizze, perché è quello che ama fare e non sogna altro.

Ad oggi lavora da Nonna Tittina, una pizzeria del Centro Direzionale di Napoli ma ovviamente dentro il suo cassetto dei sogni c’è laspirazione di tutti i veri pizzaioli: aprire presto una pizzeria tutta sua, bellissima e che serva almeno 150 coperti al giorno.

Per raggiungere questo obiettivo ci vuole non solo la passione, ma anche tanta determinazione e Ciro lo sa bene. Non è facile ammette lavorare nei giorni di festa, quando tutti si riposano o si divertono insieme alla famiglia e agli amici più cari. Per fare questo mestiere ci vuole disponibilità a tirare tardi la sera, a stare in piedi molte ore, a soffrire il caldo. Eppure Ciro non ne è spaventato. Ama troppo farina e ingredienti, i profumi e i sapori che si possono sprigionare, lalchimia degli impasti, al punto che dice se non potesse più fare il pizzaiolo, gli piacerebbe fare il pasticcere. Insomma, un amore per il cibo enorme, sconfinato che trasmette alle sue pietanze.

Lo stesso amore e lo stesso impegno che gli ha consentito di vincere numerosi premi e riconoscimenti come ad esempio la seconda edizione del trofeo Pulcinella. Nel 2016, infatti, si è classificato primo con la realizzazione della pizza classica. Un bel risultato nella sua Napoli, davanti ai tanti pizzaioli che hanno affollato la manifestazione.

Un orgoglio per questo giovane che viene dalla gavetta e che mostra a tanti giovani come lui che i sogni si realizzano al costo di tanta fatica, umiltà e voglia di fare.