Domenico Chiazzese, agrigentino classe 1971, ha un carattere introverso, educato e gentile.

Ha cominciato a fare il pizzaiolo per aver raccolto una sfida buttata lì per caso. Spesso tra ragazzi è così: una parola che viene presa sul serio ha delle conseguenze inaspettate. Così è successo nella vita personale e professionale di questo ragazzo.

All’età di 19 anni suo fratello aveva un ristorante pizzeria che si chiamava Happy Days. Domenico si trovava spesso da quelle parti. Dava una mano in sala e spesso si trovava a fare quattro chiacchiere con il pizzaiolo.

Una sera, avendo voglia di pizza, Domenico chiede al pizzaiolo di preparargliene una.

Mail pizzaiolo per sfida e un poper scherzo si rifiuta di fargliela. Dicendogli proprio Fattela da solo”. Così Domenico si preparò la sua prima pizza interamente da solo. La prima di una lunga serie.

Evidentemente qualcosa dentro di lui scattò. Dalla sera successiva il pizzaiolo lo vuole con sé come aiutante ad allora la pizza diventata per Domenico quello che oggi è il suo presente e il suo futuro.

E pensare che non aveva mai preso in mano un panetto di pizza prima di allora.

Non sapremo mai se il pizzaiolo che lo sfidò aveva visto il talento in Domenico o lo provocò solo per scherzo. Quello che è certo è che rimase stupito anchegli dal talento di questo ragazzo che faceva roteare il disco di pizza con grande naturalezza, come se non avesse fatto altro nella vita.

Domenico non ha fatto un percorso di studi specifico per diventare pizzaiolo. E tanto meno corsi di formazione. Ma ci ha messo tanto impegno e tutto quello che sa fare l’ha imparato sul campo, guardando e ascoltando i consigli di chi era più grande di lui, ma soprattutto facendo.

Negli anni ha conseguito il diploma professionale per il commercio come segretario d’amministrazione e successivamente il diploma professionale come operatore informatico ma non era quella la sua strada.

Ormai la pizza lo aveva preso, come un veleno era entrato nel suo sangue determinando il suo futuro professionale.

Pur non essendo figlio d’arte ha voluto seguire la sua proponendo ai suoi clienti una pizza che differisce dalle altre soprattutto per la qualità dei prodotti utilizzati e per il metodo di lavorazione. Domenico predilige infatti limpasto diretto e l’autolisi con una lievitazione e maturazione che varia dalle 24 alle 72 ore in base alla farina utilizzata.

Per la cottura predilige il forno a legna, ma utilizza anche quello elettrico senza problemi. Gli ingredienti utilizzati sono di ottima qualità. Domenico, infatti, è fermo sostenitore che è meglio preferire la qualità alla convivenza.

Un maestro vero e proprio non c’è stato, ma sicuramente il primo con il quale ha lavorato è stato quello a cui si è ispirato negli anni soprattutto per la passione che metteva in questo lavoro. Ovviamente anche dagli altri con i quali ha lavorato ha appreso molto ma è soprattutto a se stesso e alla sua volontà che deve il meritato successo raggiuto.

Le caratteristiche negative di questo mestiere sono tante per Domenico, ,in primis la famiglia a cui per forza di cose non viene dedicato il tempo necessario; non ci sono feste di nessun tipo: Natale ,Pasqua, per non parlare degli eventi familiari che diventano un vero lusso per chi lavora tanto e tutti i giorni.

Ma la cosa che più fa male a Domenico è il non poter seguire in pieno la crescita  della propria figlia, piccole cose che sommate fanno di questo mestiere un bellissimo lavoro ma molto sacrificato.

Un particolare non indifferente che sicuramente ha cambiato la sua vita è accaduto l’8 marzo  1992  per la festa della donna. Domenico e la sua fidanzata di allora si erano appena separati, ma lei quella sera andò a mangiare la pizza con altre amiche proprio da Domenico. Tutte ricevettero la pizza tranne lei. Dopo un podi attesa, Domenico le fece una pizza a forma di cuore che da lì a pochi giorni influì non poco sulla decisione di ritornare assieme, per tutta la vita. Una grande passione li unisce, così come una grande passione lega indissolubilmente Domenico al mondo della pizza.