Voglia di crescere e imparare: è questo ciò che ha messo Enzo Vitale nelle sue pizze, da sempre. Comincia come tutti un poper scherzo, nella pizzeria dello zio. Serve ai tavoli, lava i piatti, ma se vuole pranzare   gli dice lo zio-  la pizza se la deve preparare e cuocere da solo. Così Enzo impara sulla sua pelle, tra un digiuno e una pizza riuscita, larte più bella, dalla base. Non tutti i giorni riesce a pranzare, ma quando ci riesce il risultato non è male e cresce in qualità ogni giorno che passa, affina la mano, impara le tecniche e le fa sue.

Da lì, da quella pizzeria, ne farà di strada.

Sogna di girare il mondo, intanto. Vede pizzaioli affermati esportare in turo il mondo la pizza napoletana e punta anche lui seppure giovane a quellobiettivo. Così dopo la scuola non perde un minuto e va in pizzeria a dare una mano. Vuole imparare tutto e in fretta.

Oggi è responsabile pizzeria della Trattoria Caprese di Verona, dopo aver lavorato sei lunghi anni nella Trattoria Caprese di Monza. Si è fatto apprezzare per la sua pizza tradizionale a lunga maturazione e alta digeribilità. Ha girato, ha fatto la sua gavetta.  A Londra- racconta c’è stato laneddoto più divertente e forse quello che ha segnato la svolta nella sua carriera, che gli ha dato maggiore fiducia nei suoi mezzi.

Era al lavoro in un locale dove si servivano in media 50 pizze al giorno. Il proprietario, un inglese, imponeva di preparare la pizza croccante, bassa, come solo gli stranieri riescono a mangiare. Una imitazione, insomma.  Enzo lavora lì non da molto, è un potimido, ma sicuro delle sue idee e della sua pizza, così, decide di lanciare il guanto di sfida a quel londinese un pococciuto, di mettersi in gioco, di provarci. Fa una proposta al padrone del locale che può sembrare da pazzi. Gli chiede una settimana di prova perché vuole fare assaggiare ai londinesi la vera pizza napoletana, quella tradizionale, morbida e fragrante. Niente più che una settimana, per vedere come va. Ma il proprietario del locale è irremovibile: sostiene che a Londra la pizza napoletana non piace. Ma Enzo non ci sta e rilancia. Mette sul piatto il suo stesso lavoro: se i londinesi non ameranno la sua pizza, lui farà le valigie e andrà via. Il dado è tratto.

Passa il primo  giorno, il secondo , ma alla fine della settimana le pizze servite in quel locale erano più che raddoppiate. Un successo personale oltre che una scommessa vinta e soprattutto la riprova che la tradizione vince sempre.

Eanche per questo che Enzo non ama le pizze troppo condite che non lasciano assaporare limpasto. Invece la tradizione vuole che sia proprio la pastaal centro.

Dopo Londra Enzo ha continuato a girare è c’è da giurare che lo farà ancora. La sua fame di saper e la voglia di sperimentarsi lo porteranno ancora lontano. Perché lui ha sempre quel sogno in testa, sempre un solo obiettivo. E la testa dura per realizzare questo sogno c’è tutta. Chiedete al londinese conferma!