Francesco Anastasio, nato a Napoli nel 1976, ed entrato in pizzeria a soli 14 anni , è talmente innamorato della pizza che non riesce neanche ad immaginare cos’altro avrebbe potuto fare nella vita se non avesse fatto il pizzaiolo. Non lo sa, non ci ha mai pensato e forse neanche importa perché quel che è certo è che Francesco è nato per fare il pizzaiolo. E per fortuna il destino gli ha dato le occasioni giuste per far valere il suo talento.

Francesco non ritiene il mestiere di pizzaiolo un lavoro difficile, neanche faticoso . Forse mastica un po’ amaro ora che ha i figli e gli pesa un po’ di più stare lontano da casa nei giorni di festa. Ma poi a ben pensarci non è neanche tanto grave. Lui – dice – si rilassa facendo le pizze!

Titolare della pizzeria “Ciao Pizza” di via San Carlo, a Napoli oggi sforna 3\400 pizze al giorno. Ritmi di lavoro incalzanti per un locale a pochi passi da uno dei salotti più belli della città di Napoli, Piazza Trieste e Trento.

Qui Francesco porta avanti il suo sogno: crescere e farsi apprezzare professionalmente fino ad aprire tanti altri locali in giro per la città e non solo. Un sogno realizzabile, certamente

Per il momento, testa bassa e tanto lavoro. Insieme ai suoi collaboratori, si dedica con amore e passione a quest’arte che – dice – è cambiata molto negli ultimi anni.

In passato, per fare il pizzaiolo ci voleva solo tanto, tanto lavoro. Si imparava facendo la cosiddetta gavetta, seguiti da vecchi pizzaioli che facevano da maestri ad intere generazioni. Oggi ci sono i corsi, gli attestati, le certificazioni. Un mondo diverso da quello che ha vissuto sulla sua pelle Francesco.

Lui che ha cominciato imparando a impastare rigorosamente a mano, con lievitazioni molto lunghe, e a infornare nel forno a legna, poi si è specializzato nella cottura con forni elettrici . Ed è proprio utilizzando i forni elettrici che oggi offre ai suoi clienti grazie agli impasti ben idratati, una pizza che fa faville. Molte le specialità della sua “Ciao Pizza”, a cominciare dalla semplice e tradizionale Margherita che piace sempre veramente a tutti, per arrivare alla pizza quattro formaggi, passando però da una strepitosa caprese con bocconcini di bufala.

Quando era ragazzo la paura di sbagliare e di avere scappellotti dietro la nuca da parte dei datori di lavoro era dietro l’angolo. I maestri di un tempo e anche i titolari dei locali dove si lavorava erano severi ed esigenti, ma anche spassosi e divertenti. Stare in una pizzeria dà l’opportunità di assistere a un teatrino continuo, a contatto con il pubblico ci si diverte e sono innumerevoli gli aneddoti che si potrebbero raccontare. Ma c’è anche tanto lavoro, tanta fatica, tanto sudore.

Per giungere ad essere titolari di un locali ci vuole talento, amore per questo lavoro, sacrificio e un pizzico di fortuna. Francesco ha tutte queste caratteristiche.

Oggi è memore del periodo in cui muoveva i primi passi e degli insegnamenti ricevuti. Sa che questo mestiere lo si fa solo con grande passione ed è quella che cerca nei suoi collaboratori. L’amore per la pizza, infatti, è l’unico ingrediente che non si compra. Lo si deve possedere e lo si deve donare quotidianamente nel lavoro di tutti i giorni. Altrimenti le pizze possono essere dignitose, ma non buone.