Da Torre del Greco alle Marche, passando dalla Germania.

Questa, in estrema sintesi potrebbe essere la storia professionale di Giovanni Di Sario, un ragazzo che oggi ha 40 anni ma giù tanta esperienza sulle spalle. Figlio darte, suo padre è Giuseppe Di Sario, pizzaiolo con cinquanta anni di esperienza, riconosciuto e apprezzato in tutto il territorio alle pendici del Vesuvio, suo maestro e punto di riferimento.

Giovanni comincia prestissimo ad impastare e infornare. Gli piace da matti sporcarsi le mani al punto che dichiara che se non facesse il pizzaiolo farebbe il pasticcere, cosa che già fa per hobby con straordinari risultati.

Giovanni comincia dunque la sua carriera osservando il padre ma, dopo alcuni anni di gavetta decide di provare da solo. Prende un aereo che lo porta in Germania e precisamente a Osnabrück, una città della bassa Sassonia. Qui apre una pizzeria dal nome evocativo “Maestro”, giovanissimo, e comincia la sua vera storia da pizzaiolo. La pizzeria resterà aperta dieci anni, fino a che Giovanni non decide di tornare in Italia, giungendo poi a lavorare nelle Marche. Ma è alla Germania che è legato un episodio che bene dà il senso del talento di questo ragazzo del sud che non ha avuto paura di misurarsi anche oltre confine. Un giorno nella sua pizzeria arriva una tavolata di persone sopra la sessantina, mangiano la pizza e poi, rivolgendosi a Giovanni gli chiedono di chiamare il titolare. Allora Giovanni risponde loro che ce lhanno davanti, il titolare. Lincredulità si leggeva negli occhi e nei volti di quelle persone che rimasero talmente stupiti da affermare che era impossibile che un ragazzo così giovane sapesse fare pizze così buone.

Ma Giovanni sapeva invece che era possibile. Aveva avuto il miglior maestro al mondo, suo padre, che gli aveva insegnato tutto, come impastare, come stendere la pasta , rigorosamente a mano e come cuocere la pizza. Giovanni infatti predilige il forno a legna classico ad altissima temperatura ma ha imparato anche ad usare quello elettrico, quello a gas, come ha sperimentato nuovi impasti e nuove farine. Imparare del nuovo può sempre servire sostiene- anche perché questo mestiere è molto cambiato rispetto al passato e bisogna informarsi e stare al passo con i tempi. Lui lo ha fatto ma poi resta fedele alla tradizione: impasto morbido ad alto livello di idratazione, lievitazione lunga e lenta, alta digeribilità, ingredienti per la farcitura solo di primissima qualità.

Questi elementi fecero la fortuna della pizzeria in Germania. Molti clienti, tra cui la tavolata di persone sopra la sessantina, diventano frequentatori abituali del locali. Giovanni viene riconosciuto e apprezzato, lui è per tutti il pizzaiolo Campano che fa la pizza più buona di Osnabrück. La pizzeria quindi resta aperta per ben 10 anni, con gradi soddisfazioni. Ma il richiamo dellamata Italia è forte, anche perché di quella terra fredda Giovanni ha imparato ad amare tuto, tranne la lingua, il tedesco. Ci ha messo un poad impararla, ma ora la conosce bene. Decide quindi di tornare in Italia forte della sua professionalità è convinto di riuscire in breve a trovare un lavoro. E così sarà: i bravi pizzaioli, si sa, sono molto richiesti. Oggi dunque lavora presso la pizzeria La piazzettaA Montelabbate in provincia di Pesaro Urbino.