Paolo è nato a Pompei e vissuto a Tramonti, sui Monti Lattari che scivolano a mare sulla bellissima costiera Amalfitana, nel 1965. Permaloso, un poorgoglioso dice di se stesso ma, a volerlo descrivere, non servono grandi giri di parole. A rileggere la sua storia ci si accorge che per inquadrare lui e la sua storia professionale basterebbero due frasi, due definizioni. “Terra mia” e “Marechiaro”. E sono definizioni che si ripetono, come un mantra, una specie di predestinazione.

Dalla “Terra mia”, la sua Tramonti, è partito giovanissimo. Ha girato lItalia: Verona, Reggio Emilia, Casale Monferrato, Modena, Sassuolo, ma lui ha nel cuore solo il sole e il mare della terra sua. Tanto che ancora oggi, a distanza di molti anni, la sua pizza più rappresentativa è farcita solo con ingredienti campani: la mozzarella di bufala, i pomodorini gialli del piennolo del Vesuvio, lorigano della sua Tramonti. E non a caso si chiama “Terra mia”.

Una dichiarazione damore più che una pizza.

Ma è anche un uomo di mondo, Paolo. Conosciuto in tutto il mondo. Apprezzato da molti suoi colleghi, anche da quelli che lui definisce esempi, maestri. Racconta spesso un aneddoto divertente che spiega bene quanto sia riconosciuto oltralpe.

Capitò un giorno che un suo amico, pizzaiolo anchegli, si trovava in Polonia. Qui incontrò un altro pizzaiolo che gli chiese subito: vieni dallItalia, conosci Paolo Moccia?

Un nome quindi, quello di Paolo, che aveva varcato i confini nazionali. Partito giovanissimo verso Verona, figlio nato in una famiglia numerosa che veniva da un paesino della costiera amalfitana da cui erano in molti a partire per il nord in cerca di fortuna. Così Paolo si trasferisce e qui comincia la sua avventura di pizzaiolo. Lapprendista al forno, il factotum, il garzone di bottega sono i suoi primi impegni perché la gavetta è importante. Ma è il pizzaiolo che lo vede allopera al forno in quella pizzeria “Marechiaro” da cui tutto comincia che intuisce: ben altro è il posto di Paolo. E così ha inizio lavventura. Ci sarà unaltra pizzeria “Marechiaro” nella vita di Paolo perché come si è detto certe cose si ripetono e segnano in modo forte la sua vita professionale, ma ormai la strada è segnata.

Con qualche salita, certo, qualche battuta dii arresto. La prima pizzeria di proprietà la apre insieme ai fratelli e ai genitori a costo di molti sacrifici . Si chiamava La conchiglia. La tengono per sedici anni, una vita. Una vita per sfornare migliaia di pizze, trovare la propria cifra, farsi conoscere. Poi di nuovo un cambio radicale. Paolo non si ferma mai. Si vende tutto e si parte. Oggi , dopo qualche anno di collaborazioni e premi vinti in giro per il mondo .Paolo gestisce insieme ad una socia unaltra pizzeria a Scandiano di Reggio Emilia. Qui i clienti più esigenti vengono soddisfatti a suon di pizze fragranti. Ma intendiamoci, la pizzeria è a nord, ma sul camice di Paolo c’è scritto a grandi lettere: Paolo Moccia, pizzaiolo di Tramonti.