“La strada si riempì di pomodori, mezzogiorno, estate la luce si divide in due metà di un pomodoro, scorre per le strade
il succo. In dicembre senza pausa il pomodoro, invade le cucine, entra per i pranzi, si siede riposato nelle credenze, tra i bicchieri, le matequilleras la saliere azzurre. Emana una luce propria, maestà benigna. Dobbiamo, purtroppo, assassinarlo:
affonda il coltello nella sua polpa vivente, è una rossa viscera, un sole fresco, profondo, inesauribile, riempie le insalate del Cile, si sposa allegramente con la chiara cipolla, e per festeggiare si lascia cadere l’olio, figlio essenziale dell’ulivo, sui suoi emisferi socchiusi, si aggiunge il pepe la sua fragranza, il sale il suo magnetismo: sono le nozze del giorno il prezzemolo issa la bandiera, le patate bollono vigorosamente, l’arrosto colpisce con il suo aroma la porta. E’ ora! andiamo! e sopra il tavolo, nel mezzo dell’estate, il pomodoro, astro della terra, stella ricorrente e feconda, ci mostra le sue circonvoluzioni, i suoi canali, l’insigne pienezza e l’abbondanza senza ossa, senza corazza, senza squame né spine, ci offre il dono del suo colore focoso e la totalità della sua freschezza.” Così cantava il poeta Pablo Neruda che al pomodoro ha dedicato un’ode ed è proprio il pomodoro che segna la carriera di Pasquale Scala.
Esattamente un secchio di pomodoro rovesciato sul pavimento. E’ così che comincia la storia di un ragazzo che a soli 25 anni ha già sulle spalle dieci anni di esperienza , migliaia di pizze sfornate e una pizzeria che – guarda caso – si chiama appunto “Oro Rosso “.
Ha sede ad Aversa, in provincia di Caserta e ha proprio un pomodoro come simbolo.
A 15 anni facendo la cosiddetta gavetta, Pasquale mette piede nella sua prima pizzeria: fa il lavapiatti, il fattorino, sino ad arrivare sul banco della pizzeria. E qui l’incontro e lo scontro con il pomodoro. Fu un po’ la frenesia, l’adrenalina del momento, ma a Pasquale tremavano le mani. Così, nel momento in cui doveva prendere il pomodoro fece cadere sul pavimento tutto il secchio.
Sono passati molti anni e fiumi di pomodori sono stati usati sulle pizze di Pasquale, ma ancora oggi ha nelle orecchie la voce dei colleghi, i loro incitamenti. Era la sua prima volta. “Ce la fai, ce la fai” gli urlavano e così quella sera Pasquale preparò 100 pizze. L’avvio col botto.
A 18 anni ha inizio la sua avventura lavorativa dai “Fratelli la bufala” a Roma . Molto tempo è passato e tanta esperienza ha accumulato Pasquale, fermo sostenitore dell’importanza della passione dell’umiltà in questo mestiere.
“In questo lavoro non si finisce mai d’imparare” e crescere professionalmente. Oggi sono molto soddisfatto del mio percorso, per adesso uno dei miei obbiettivi prioritari è far crescere la mia pizzeria “OroRosso” – dichiara Pasquale. Senza dimenticare gli aspetti negativi di questo lavoro: la fatica, le feste passate a lavorare lontani dalla famiglia, ma – dice- è la soddisfazione dei clienti a ripagare di tutti i sacrifici.