Salvatore Salvo è letteralmente nato in una pizzeria.

Suo padre ha infatti ereditato da suo nonno un locale e ad appena 4 anni, Salvatore ha steso e condito e infornato la sua prima pizza, 1 mese dopo la morte di suo nonno.

Fino a 7 anni, questo mestiere è stato un gioco, la pizzeria un luna park dove si mettevano le mani in pasta.

Poi il gioco ha cominciato ad assomigliare ad una passione. Che è cresciuta nel tempo, forte e prepotente dentro quel bimbo.

Ha iniziato ad aiutare in pizzeria in tante cose come le consegne ,vicino al forno e a 10 anni faceva le pizze al personale e agli amici che gravitavano intorno alla pizzeria. A12 anni sua madre lo mandò a fare esperienza in altre pizzerie in estate, quando non si andava a scuola. A14 anni dalle 6 di mattina lavorava con suo padre e facevano 400 pizze a fortafoglio, quelle classiche , ripiegate , in 2 ore e poi alle 9 di mattina entrava in classe a scuola. Salvatore ha infatti voluto continuare a studiare, nonostante la passione per questo mestiere, giungendo fino al diploma, ottenuto a 18 anni. Dopo la scuola ha anche pensato di impegnarsi in un altro settore, ma il richiamo di acqua e farina è stato irresistibile.

Quando aveva 25 anni suo padre decide di trasferirsi a Roma e Salvatore lo segue. Comincia così nuovamente a impastare e infornare, ma i clienti di Roma sono diversi, hanno gusti ed esigenze diverse. Anche l’ambiente era differente, ma Salvatore continua a condire le sue pizze di amore e fantasia.

Poi ci sono state le esperienze di gestione diretta, quelle di lavoro con altri proprietari. Un variegato modo fatto di successi, ma anche di delusioni. Quello che non viene mai a mancare in quegli anni è la voglia di fare, di imparare cose nuove di scoprire il mondo portando a tutti la pizza napoletana.

Da tre anni Salvatore si dedica agli eventi legati al mondo della pizza che gli permettono di crescere professionalmente.

Ha anche partecipato a diversi concorsi e premi. Uno in particolare è rimasto memorabile. Hanno infatti vinto lui e suo padre un’edizione del Trofeo Caputo presentando una pizza scenografica, un Vesuvio con un impasto gigante. Un amore dunque per le sue origini e la sua terra che si afferma anche in queste occasioni.

Dove lavora ora? In giro per il mondo. E’ appena stato in Russia, ha percorso 20.000 km, prendendo 14 aerei. Un Paese immenso, grande quanto un continente. Qui ha portato la vera pizza napoletana in città che non hanno mai visto un pizzaiolo napoletano, e con lui ha portato anche prodotti gourmet da Napoli.

E’ stato acclamato ed apprezzato , ha rilasciato ben 13 interviste , divenendo una vera star della pizza.

Ma nonostante il successo, Salvatore sa bene l’importanza della gavetta. Ai giovani che vogliano intraprendere l’arte suprema della pizza, Salvatore ripete sempre che è fondamentale imparare a gestire il forno e a fare i fornai prima di pensare a fare le pizze.

Nel futuro di Salvatore, per il momento, non ci sono inaugurazioni e aperture di pizzerie, ma un progetto preciso: Iniziare delle master class in giro per il mondo, portando in tanti paesi e mille pizzerie la pizza napoletana dov’è non si conosce bene. Il suo obiettivo infatti è fare cultura della pizza, facendola apprezzare anche laddove non è ancora affermata.